“ Un libro sui giovani: perché i giovani, anche se non sempre ne sono consci, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui. Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare, solo il mercati si interessa di loro, per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove ciò che si consuma non sono tanto gli |
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oggetti…ma la loro stessa vita che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere qualche promessa.
Interrogati non sanno descrivere il loro malessere perché hanno ormai raggiunto quell’analfabetismo emotivo che non consente di conoscere i propri sentimenti e soprattutto chiamarli per nome”…Questo disagio- afferma l’autore- non ha origini psicologiche ma culturali e i diversi rimedi offerti dalla nostra conoscenza e dalla nostra cultura, sia sul lato religioso sia su quello scientifico appaiono privi di efficacia. |
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Pensiamo che un modo per oltrepassare il nichilismo…sia quello di risvegliare e consentire ai giovani di dischiudere i loro talenti, spesso a loro stessi ignoti. Per questo consideriamo prezioso questo testo di un filosofo psicologo, che intravede strade nuove per riprendere un dialogo interrotto tra generazioni… |